L’incontro con Simone Vagni ci porta alla scoperta della Roveja di Civita di Cascia. La sua azienda si chiama Terre riunite Alta Valnerina, siamo nell’entroterra umbro, nell’Altipiano di Ocosce tra gli 800 e i 1.000 metri, affacciati sopra lo scoglio di Santa Rita e a est incorniciata dai monti Sibillini. L’azienda agricola è molto vasta e si estende per circa 130h, per circa l’80% coltivati producendo cereali, zafferano, foraggi e legumi. Tra questi spicca la roveja, un piccolo legume, simile al pisello dai colori che variano dal verde al rossiccio. Tradizionalmente era un alimento fondamentale nella dieta di pastori e contadini al pari di altri legumi poveri come le lenticchie, la cicerchia e le fave. Cresceva in forma selvatica. Ma nel corso degli anni la sua coltivazione è stata abbandonata preferendo colture più+ redditizie. Simone ne ha riscoperto il valore insieme ad altre tre aziende locali che insieme hanno redatto un disciplinare che prevede che non ci siano trattamenti, concimazione organica, diserbo manuale e irrigazione solo in casa di siccità.
La roveja viene seminata in primavera e raccolta tra ultimi giorni di giugno e ultimi di luglio. Il suo fusto esile si carica di baccelli che causano l’allettamento della pianta costringendo alla raccolta manuale. Scalciati gli steli si lasciano sul campo ad essiccare. Quando l’essiccamento è completo si portano sull’aia e si trebbiano, con dei setacci si tolgono le impurità dalla granella.
È un legume molto proteico con alto contenuto di carboidrati, fosforo, e potassio. Gli usi gastronomici sono molteplici. Si può cucinare fresca oppure essiccata. Simone realizza anche la farina o delle gustose salse. Il piatto tipico è però la farecchiata, una polenta tradizionale condita con aglio, olio e acciughe.
All’incontro è intervenuta anche Silvana De Carolis, referente dei produttori e a sua volta titolare di una azienda agricola. Si è trasferita qui quarant’anni fa e ha dedicato gli ultimi anni alla riscoperta di questo piccolo legume. In una vecchia cantina di Civita di Cascia scovò dei barattoli in vetro con diversi semi tra cui quelli di roveja che per anni rimangono dimenticati finché in un libro del professor Giacche legge in un antico statuto del comune di Sellano dell’obbligatorio di seminare la roveja. Da qui inizia la riscoperta del legume che nel 2006 diventa Presidio Slow Food.
La voce di Silvana si fa rotta quando racconta la tragedia del terremoto del 2016-2017. Racconta la tragedia di quei giorni e le difficoltà della lenta ricostruzione e, ancora peggio, dell’abbandono da parte dello Stato e delle istituzioni e le necessità di ricostruire tutto contando solo sulle proprie forze. Il figlio di Silvana, Marco De Carolis ha un agriturismo situato in un antico complesso religioso risalente all’anno mille nel verde della Valle Fuina. Si chiama La Valle dei Bronzetti e propone i prodotti locali coltivati dall’azienda agricola.
Le difficoltà, soprattutto dopo il terremoto, sono molte. Le estati brevi, il freddo, gli sbalzi di temperatura rendono il raccolto sempre più difficile, gran parte della produzione ogni anno si rovina e non è utilizzabile. Ma la passione per il territorio spinge Simone a non abbandonarlo nel sogno di poter aprire un giorno un agriturismo e magari riuscire a intercettare un turismo attento alla terra e alle sue produzioni.