Il 10 febbraio la FAO (Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) celebra i legumi, come riconoscimento dei valori nutrizionali di questi alimenti e del contributo che essi offrono ai sistemi agroalimentari sostenibili e a un mondo privo di fame.
Slow Food Trentino anche quest’anno si è attivata con una serie di iniziative volte ad accrescerne la conoscenza presso cittadini e ristoratori. Il tema scelto dalla FAO per il 2024 è I legumi: nutrimento per il suolo e per le persone, a dimostrazione dei benefici che questi preziosi alimenti possono apportare nella costruzione di un’agricoltura che rispetti la terra e le sue risorse.
Di tutto questo si parlerà in una tavola rotonda online venerdì 9 febbraio alle 18.30 nel corso della quale si confronteranno sensibilità e professioni diverse. Interverrà infatti Paolo Betti, rappresentante dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi, Marta Villa, antropologa dell’Università di Trento, Laura Endrighi, psicologa dell’alimentazione, Paolo Lupo, nutrizionista. Interverrà inoltre Marco Del Pistoia, coordinatore della rete Slow Beans, una rete costruita da Slow Food per coinvolgere l’intera filiera dei legumi in tutta Italia e alcuni produttori.
In questi giorni i ristoranti che aderiscono all’Alleanza dei Cuochi, un patto tra ristorazione e produttori di piccola scala, hanno proposto il progetto “Aggiungi un legume a tavola” cucinando nei loro menu piatti a base di legumi. Il loro impegno è anche quello di farsi ambasciatori delle proprietà nutrizionali, ecologiche e culturali di questo alimento raccontandolo ai tavoli dei propri locali. Ivano Nicolodi a Sanzeno all’Osteria Casa de Gentili proporrà le polpettine di fagioli di Lamon in salsa di pomodoro, Riccardo Bosco al Boivin di Levico i ravioli di fagiolo alla piastra con mosto cotto, Sandro e Mario Di Nuzzo al Nerina di Romeno la classica pasta e fagioli. Una Insalata di legumi Presìdi Slow Food con broccolo di Torbole sarà invece cucinata a Hospitality Riva nello spazio Vignaioli da Paolo Betti.
Uno sguardo al mondo social con i reel che Laura Endrighi pubblicherà sul proprio profilo Instagram e su quello di Slow Food Trentino dedicati a ricette veloci e gustose per sfatare il pregiudizio che i legumi siano impegnativi da cucinare in termini di tempo e di fantasia. Dei facili e divertenti consigli che parlano anche al pubblico più giovane.
Infine Slow Food ha attivato un acquisto collettivo di Presìdi Slow Food leguminosi provenienti da tutta Italia: Lenticchia di Villalba dalla Sicilia, Rovejia di Civita di Cascia dall'Umbria, Fagiolo zolfino e Fagiolo rosso di Lucca dalla Toscana, Cicerchia di Serra de' Conti dalle Marche, Fagiolo Poverello Bianco dalla Basilicata, Fagiolo di San Quirino dal Friuli Venezia Giulia, Cene nero della Murgia carsica dalla Puglia e il Lupino di Anterivo dall'Alto Adige. Un’occasione per sostenere le micro economie familiari legate alla produzione di varietà autoctone a rischio di scomparsa riunite in comunità di Presìdi che ogni giorno lavorano affinché il patrimonio culturale e di biodiversità legato a questi alimenti non vada disperso. Tutte le informazioni per aderire sul sito dell’associazione www.slowfoodtrentinoaltoadige.com
Le attività organizzate da Slow Food in occasione della Giornata mondiale dei legumi rientrano nel progetto di transizione proteica che prevede l’invito a ridurre il consumo di proteine animali, scegliendo carni provenienti da allevamenti estensivi e filiere corte, e dando spazio a legumi e cereali, con la massima attenzione alla biodiversità e alla sostenibilità delle produzioni. Ricordandoci che i legumi non fanno bene solo al nostro intestino e alla nostra dieta La loro capacità di fissare l’azoto atmosferico e renderlo disponibile per le piante consente agli agricoltori di ridurre l’apporto di fertilizzanti sintetici, in linea con le pratiche agroecologiche. La capacità dei legumi di rendere più fertili i nostri terreni è particolarmente importante nelle aree in cui la coltivazione incontra difficoltà, poiché non richiede molte risorse. Nel complesso, la coltivazione dei legumi ha un’impronta ambientale molto bassa, sia per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua che per le emissioni di gas serra. Ecco perché, secondo la Fao, sono fondamentali per la sicurezza alimentare: coltivate in sistemi di consociazione, le specie di legumi resistenti alla siccità e con radici profonde possono fornire supporto idrico ad altre colture e aiutare le popolazioni che vivono in ambienti aridi. Ma c’è di più: sono una fonte molto economica di proteine e minerali che possono essere conservati a lungo senza refrigerazione. Questo aspetto è fondamentale se si considera che, nel 2021, l’11,7% della popolazione mondiale ha dovuto far fronte a livelli di insicurezza alimentare gravi.
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