Stagione difficile per il Broccolo di Torbole, il Presidio Slow Food dell’Alto Garda. Il calo produttivo si attesta oltre la metà rispetto alla media degli ultimi anni. Le motivazioni sono legate ai ritmi della natura e alle difficoltà sempre crescenti di chi sceglie di coltivare senza scorciatoie, nel rispetto degli equilibri, dei tempi e delle risorse. In particolare le problematiche meteorologiche degli ultimi mesi hanno avuto un forte impatto su un ortaggio che ha un ciclo colturale breve. I trapianti avvengono in piena estate, il raccolto inizia con i primi freddi di inizio novembre. Nel 2024 la combinazione di pioggia, mancanza di luce e temperature porta oggi a un magro raccolto. Hanno inciso soprattutto le precipitazioni del mese di settembre, momento fondamentale dello sviluppo delle piante, alle quali sono strettamente legate numerose giornate di bassa intensità luminosa. Quest’ultimo aspetto influenza in modo significativo la crescita e il metabolismo delle piante, costituendo un fattore cruciale per produzione, profilo organolettico e qualità.
Tutto ciò non fa demordere il gruppo di agricoltori che da anni si sta impegnando per salvare dalla scomparsa la crucifera gardesana e che grazie al loro lavoro è arrivata sulle tavole di tanti ristoranti trentini e non solo e nei banchi di negozi e mercati. L’appello degli agricoltori è quello di comprendere la situazione e pazientare se trovare il Broccolo di Torbole risulterà più difficile.
Anche i Cuochi dell’Alleanza Slow Food, che negli anni si sono impegnati nella valorizzazione del Broccolo, hanno scelto di comunicare ai propri clienti che, a fronte delle carenze produttive, preferiscono lasciare ai produttori la scelta sulla gestione della distribuzione. Quest’anno nei loro menu non si troverà l’ingrediente che ormai costitutiva un appuntamento fisso dei piatti invernali. Non viene meno, invece, l’impegno a sostenere i produttori facendosi parte attiva nel spiegare questa mancanza e, soprattutto, che le gustose preparazioni a base di Broccolo sono solo rimandate alla prossima stagione.
Il Broccolo di Torbole è un’importantissima testimonianza di biodiversità dei nostri territori, il valore più importante che va difeso per far fronte alle sfide della crisi climatica e dei cambiamenti necessari nel sistema di produzione, distribuzione e consumo di cibo. In questo contesto l’impegno dei coltivatori Matteo Briosi, Ivan Ghezzi, Giorgio Planchenstainer, Luca Rigatti e Aldo Rosà non ci dona solo un ottimo ortaggio, concentrato di sapori e di salute. Il loro contributo va oltre, andando a creare benefici positivi per la comunità nel suo complesso. Custodire la biodiversità significa fornire un servizio ecosistemico fondamentale, inestimabile e insostituibile di cui beneficiamo tutti, anche per questo il loro lavoro va sostenuto e apprezzato, soprattutto in annate difficili come questa.
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