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SlowFoodAltoAdigeSüdtirol

Pensarsi e agire come Comunità, per la Slow Food degli ecosistemi

La mozione presentata da Michele Nardelli, Consigliere nazionale Slow Food Italia per il Trentino Alto Adige al Congresso Slow Food Italia di Genova il 4 luglio 2021




“Solo rinnovando profondamente l’organizzazione di Slow Food, solo rendendola più aperta e inclusiva e solo sperimentando nuove forme di aggregazione, di coinvolgimento e di partecipazione potremo affrontare nel modo migliore le sfide che ci attendono in futuro e contrastare coloro – pochissimi – che detengono il potere e la ricchezza e che decidono le sorti del cibo nel mondo e dell’umanità stessa. Loro sono giganti ma noi siamo moltitudine!” Dichiarazione di Chengdu, 2017 All’indomani della pandemia, il futuro è oggi: è oggi l’urgenza di immaginarsi e agire come “Comunità” e come “Comunità del cambiamento” che costruiscano nell’impegno sociale, professionale e territoriale quotidiano una nuova idea di futuro. Questa è la Call to action che presentiamo: l’ambito di azione vogliamo sia comunitario, i Presidi, i prodotti dell’Arca del Gusto, i Mercati della Terra, i Cuochi dell’Alleanza, gli Orti in Condotta, le reti tematiche e ideali, che vivono e agiscono l’idea del cambio di rotta che oggi s’impone. I criteri che ispirano questo nuovo impianto comunitario sono la cultura della complessità e la consapevolezza del limite, la creatività e l’orizzontalità; la modalità è il lavoro in rete, la trasversalità, la solidarietà, la relazione, la corresponsabilità, pur nell’autonomia di pensiero e di azione; il riferimento è il nostro movimento globale, fatto di connessioni multiple e complesse, di affinità geografiche, di ecosistemi. Guardiamo alle reti di Comunità transnazionali o sovraregionali, che già abbiamo sperimentato all’interno di Slow Food. Abbiamo seminato tessendo relazioni profonde con le persone e il paesaggio è cambiato. La parola mescolanza ci ha educato e ci ha mostrato che i confini regionali o nazionali non esistono, che le risorse sono un bene comune e se siamo insieme ognuno ne trarrà beneficio. Nel 2018 parlammo di “Impasti di Comunità” e oggi in alcune realtà vediamo i risultati. Pensiamo alla rete di Slow Fish, che da anni raccoglie le Comunità di pescatori di diversi angoli del Pianeta; o a quella degli indigeni, nata proprio in questa forma transnazionale (gli indigeni per definizione non contemplano i confini statuali); alle reti Slow Olive, Slow Grains, Slow Beans. Immaginiamo reti fra le Comunità alpine piuttosto che appenniniche, delle Terre alte e dei piccoli borghi, all’area mediterranea o a quella adriatico-ionica, lungo l’ecosistema dei grandi fiumi o fra le Terre d’acqua. Ma anche alle reti delle filiere produttive, dall’olio al pane, dalle sementi alle erbe, dall’acqua al vino e così via. Appartenenze plurime e geografie variabili. Vogliamo contribuire così a un’idea di Europa senza confini e in dialogo con i mondi circostanti; a un diverso modello di sviluppo basato su un paradigma del tutto nuovo che - come ci insegna Terra Madre - getta lo sguardo oltre i vecchi assetti geopolitici per abbracciare la Terra nei suoi ecosistemi: sono queste le connessioni che ci consentiranno di trovare soluzioni comuni. Adottare nuove geografie non è solo un criterio per leggere diversamente il mondo in cui abitiamo: è un modo di essere e di pensare che nutre l’habitat di Slow Food e nelle Comunità trova il proprio terreno di coltura. Sono le Comunità i luoghi di scambio e ibridazione culturale, libere, aperte, accoglienti, che grazie alla loro informalità possono dar voce a chi non ne ha. Sono le Comunità il luogo per costruire reti e nuove geografie relazionali, in un processo di formazione permanente e ri-generazione. La Slow Food degli ecosistemi di cui abbiamo parlato nel documento di visione è una sfida grande, non sarà sufficiente un voto congressuale per realizzarla. Come per le Comunità, richiede un'attenzione permanente che andrà monitorata e incoraggiata in ogni nodo della nostra rete. Chiediamo perciò agli organismi eletti dal Congresso di impegnare le necessarie energie e un gruppo di lavoro che si dedichi a questa nuova sfida e accompagni tutta l'Associazione italiana in quella direzione.


Genova, 1 luglio 2021


Barbara Bonomi

Gabriella Cinelli

Raffaela Donati

Marisa Gigliotti

Serena Milano

Michele Nardelli

Roberto Rubegni

Saula Sironi

Paolo Venezia

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